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16 e 17 Febbraio 2015: due giornate singolari per un gruppo di pellegrini di Mansuè e Basalghelle in terra toscana.
Raggiungere Siena, la città d'arte per eccellenza, attraverso un paesaggio, ricco di verdeggianti coltivazioni di ulivi, viti e cipressi,
ha permesso in fondo di incontrare la potenza di Dio che si dimostra attraverso il dono dell'arte, massima espressione umana, e della straordinaria natura, manifestazione paradisiaca dell'Eden.
L'immersione nella bellezza è avvenuta subito, all'arrivo, nell'impatto con la mole vertiginosa della Cattedrale che domina lo stupefacente panorama medievale della città. La meraviglia della facciata è stata accoppiata a quella dell'interno con la spettacolarità del pavimento marmoreo, soprattutto della navata centrale, accresciuta dagli effetti chiaro-scuri dei marmi che rivestono a strisce bianche e nere le pareti e i pilastri.
Tutto l'edificio sacro, dalle rappresentanti storie bibliche della pavimentazione alle cappelle laterali, dal pulpito - dove troneggia la crocifissione – all'altare e alla cupola, permette un'immersione nella spiritualità, dando a ciascuno l'opportunità di interrogarsi sulla propria fede.
Certo non può essere indifferente a questo approccio chi visita la Basilica di San Domenico e i luoghi natali di Santa Caterina, artefice massima del ritorno del seggio pontificio a Roma dopo la lunga vacanza avignonese.
L'emozione del credente palpita comunque anche di fronte alla deposizione in legno policromo della Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta a Volterra, città ventosa di origine etrusca, in cui dominano le meravigliose vedute sull'Appennino pisano e le singolari abilità dei maestri, lavoranti l'alabastro.
Ma il tutto ha trovato coronamento gastronomico tra le torri di San Gimignano e le viti di Vernaccia, tra i cantucci con il vin santo e degli ottimi crostoli, bagnati dal moscato di Basalghelle e dall'allegria dell'intera compagnia nel vero spirito della condivisione.
Mara Masetto