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Certo per crescere, per diventare adulti davanti a Dio, il viaggio, compiuto da oltre 40 pellegrini delle parrocchie di Mansuè – Basalghelle e dintorni in una calorosa e indimenticabile settimana di Agosto, si è dimostrato una modalità per mettere la vita di ciascuno nelle mani del Signore.
Fin dall'inizio, percorrendo il deserto di Giuda, a contatto con la roccia assolata, in una luce fiammeggiante e avvolgente, per raggiungere il meraviglioso monastero di S. Giorgio Koziba dedicato alla Madre di Dio, dell'Uomo unito alla Divinità, si è capito il valore dello stare insieme, di assaporare il silenzio per ascoltare la Parola. In questo luogo, simbolo, come nella depressione del Mar Morto, della caducità dell'essere umano, dove predomina il calore che sembra annientare ogni cosa, Dio misericordioso è venuto ad accogliere l'uomo per non lasciarlo solo, si è fatto pane, per permettere alla sua creatura preferita di crescere spiritualmente. Nella palestinese Betlemme, separata attualmente da Israele, da un muro che vuole dividere culture ed etnie religiose, visitando la Basilica della Natività e il Campo dei Pastori, il gruppo ha aperto il cuore al mistero dell'incarnazione, alla bellezza della bontà di Dio nel farsi piccolo tra i disprezzati e i peccatori, quali erano i pastori, redimendone la figura con il titolo da Lui Stesso assunto di "Buon Pastore". Nel monte Tabor, da una panoramica sensazionale della pianura sottostante, si è ricordata la trasfigurazione di Gesù come corpo di luce, riflettendo con molta emozione sul fatto che, in chiave messianica, il Cristo volesse trasfigurare il mondo. Nel proseguo del viaggio, sostando a Qars El Yahud sul Giordano per il rinnovo delle promesse battesimali c'è stata la possibilità di immergersi almeno in parte in quelle acque in cui Giovanni il Battista, seguendo la tradi-zione semitica, essendo l'amico dello sposo Gesù, si occupò dei preparativi al matrimonio (lo sposalizio con la Chiesa) e lavò il Cristo nel Battesimo. Ma l'emozione non è diminuita nel paesaggio della Galilea, tra coltivazioni di palme, di olivi e di viti, dove ritrovati di ultima generazione, aggiunti al dominio dell'acqua, hanno permesso agli isdraeliani di ottenere dei veri successi produttivi. In quella terra e nei villaggi, citati dai Vangeli, che testimoniano i primi segni di Gesù come a Cana, dove le coppie del gruppo hanno rinnovato le promesse matrimoniali, o nel luogo delle beatitudini la natura, la scrittura e le varie chiese, in cui si è celebrata l'eucarestia, hanno permesso di sentire la presenza di Dio e di incontrarlo, anche navigando quel mare, il lago di Tiberiade, tanto caro a Lui e ai suoi Apostoli.
Prima a Nazareth, dove affiora la bellezza di Maria, la nuova Eva che con il suo sì ha recuperato il dissenso dell'umanità, e di Giuseppe, l'uomo giusto e in seguito a Gerusalemme, grazie alla preghiera individuale e di gruppo, si è potuto fare memoria dei momenti salienti della vita di Gesù, dall'istituzione dell'eucarestia, nel Cenacolo, al Getzemani, attorno alla pietra in cui il Cristo ha trasudato sangue, dall'edicola dell'ascensione alla Basilica del Sacro Sepolcro, passando per la via dolorosa nel suc palestinese che ci ha messo a contatto con le meraviglie della città antica, prototipo di quella celeste.
In realtà è vero, ringraziando in particolare Padre Manns con Don Lucio, Don Zeno e Don Paolo, l'esperienza del pellegrinaggio ha permesso a tutti di assaporare la Sacra Scrittura come manna del deserto. Il ripercorrere i luoghi di Gesù, dove Lui ha lasciato la sua impronta e il suo messaggio salvifico come "Pane di vita", ha rallegrato il cuore di ognuno, consapevole che tutta la nostra vita è un pellegrinaggio verso la Gerusalemme Celeste.
Ora ogni pellegrino, affrontando il quotidiano, può rivivere le calde emozioni e le sensazioni sconvolgenti del proprio cammino di fede, considerando che non è solo nella vita, perché naviga nella nave, che è la chiesa stessa. Se si troverà ad affrontare la tempesta, potrà utilizzare la preghiera, come possibilità di svegliare il Maestro che con la sua misericordia la calmerà, perché Dio è buono e ha donato la pace.
Spetta a noi, al nostro coraggio seguire quella bellezza spirituale che Gesù dalla croce ci indica con la sua benedizione.
Mara Masetto