In questo sito utilizziamo i cookies per migliorare il sito stesso e la sua fruibilità. Alcuni cookies sono necessari per il funzionamento del sito web.
Utilizziamo alcuni cookies di terze parti per acquisire informazioni statistiche in formato anonimo al fine di migliorare il sito.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookies.
Puoi utilizzare le impostazioni del tuo browser se vuoi bloccare i cookies di questo sito.
"Vi ho cercati. Ora siete venuti da me. Per questo vi ringrazio".
Così ci ha lasciati Papa Giovanni Paolo II, ed è proprio il sentimento di riconoscenza e di gratitudine verso la terra che ha dato i natali all'uomo del secolo, la molla che ci ha spinti a peregrinare verso una Polonia povera, martoriata, crocifissa e resuscitata, che per secoli ha rischiato di scomparire dalle carte geografiche.
Uno stato dalla storia complessa, afflitto dal comunismo che gli ha tolto libertà, identità, ricchezze e che aveva ridotto la Chiesa polacca a semplice luogo di rifugio in cui poter esprimere liberamente le idee politiche.
Del Papa che ha sfidato tutti liberando le coscienze di umili e potenti, si sente la presenza in ogni angolo del paese, tanto che una sensazione di gelosia pervade chi visita i luoghi che hanno cresciuto il piccolo Lolek (così era soprannominato Giovanni Paolo II). Un filo di "invidia" si prova per quelli che hanno avuto la fortuna di vivere fianco a fianco di Papa Wojtyla: un uomo umile e semplice con una fede straordinaria, tanto da assumere un atteggiamento mistico nei suoi numerosi momenti di preghiera in ginocchio, con la mano sulla fronte come tutti noi ce lo ricordiamo.
Abbiamo pregato con lui e per lui...e ci piace ricordarlo mentre mangiava il suo dolce preferito che anche noi ci siamo gustati nella piazza dove giocava da bimbo.
Ci hanno accolto tre piccole stanzette nella casa natale a Wadowice, i boschi di Kalwaria nei quali si snoda una chilometrica Via Crucis, che assorbiva le preghiere del giovane sacerdote e l'imponente città di Cracovia che lo ebbe come vescovo.
Ci hanno colpito i racconti di chi ha vissuto gli anni delle privazioni, ci hanno stupito le strade ancora dissestate, i cantieri sempre aperti, le case tutte uguali, i campi incolti, ma ci hanno meravigliato i capitelli in ogni via, la gente che si incammina a flotte verso le chiese, la fede che spinge migliaia di polacchi a percorrere giornalmente km e km per far visita alla Madonna di Częstochowa.
Ed è proprio qui, che la possibilità di fare l'atto di affidamento alla Madonna nera di Jasna Gora è stato momento di commozione: nella basilica cara al mio Papa, con la celebrazione presieduta dal mio parroco.
I momenti forti non sono mancati. Auschwitz e Birkenau, teatro di tragedie incomprensibili ed inimmaginabili, offrono scenari spiazzanti. In Polonia la temperatura d'inverno scende a – 20 °C. Aver visitato i campi di sterminio con il sole, fa sentire a disagio. Si viene sopraffatti da un senso di incredulità. A che punto può arrivare la malvagità umana?
Si provano sentimenti di impotenza, tristezza e rabbia davanti alle migliaia di foto e alle montagne di scarpe, capelli e valigie di chi è stato ucciso senza colpa, ma nella drammaticità dei ricordi si hanno testimonianze vive come quelle di Edith Stein e di San Massimiliano Maria Kolbe, morto martire al posto di un padre di famiglia. Francesco Gajowniczek, l'uomo per il quale Padre Kolbe ha offerto la propria vita lo ricorda così: "Potei solo cercare di ringraziarlo con gli occhi. Ero stravolto e facevo fatica a capire cosa stesse succedendo. L'immensità del gesto: io, il condannato, dovevo vivere, e qualcun altro, volontariamente e con gioia, aveva offerto la sua vita per me, un estraneo. Era un sogno o era realtà?".
Paesaggi, storia, politica, racconti, personalità forti. Una matassa di flash da sbrogliare al ritorno da ogni pellegrinaggio. Nella vita di tutti i giorni il pensiero ritorna alla Polonia, con la speranza che non ci si dimentichi mai di quello che è stato. Papa Giovanni Paolo II ci ha spianato la strada.
Susy Barbarotto
lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia
Clicca sull'immagine per vedere le altre fotolightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia lightbox[polonia2009]Pellegrinaggio in Polonia