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Nell'autunno scorso, quando si cercava di fare un programma per l'estate 2011, si parlò di Armenia, ci venne un tuffo al cuore. Un sogno a lungo cullato si stava realizzando.
Avevamo tanto parlato di questo paese, lontano e amico nello stesso tempo. Ne avevamo parlato per il genocidio che la scrittrice armena Antonia Aslan ha raccontato nel suo libro, per Vittoria Aganoor che ha vissuto nel nostro paese alla fine dell'800.
Abbiamo cominciato così a prepararci con vari incontri, per capire un po' di più di questo popolo. All'alba del 5 agosto, dopo ore di controlli all'aeroporto, arrivammo a Yerevan, capitale dell'Armenia, città moderna ma dal nobile passato. Il popolo armeno ha sofferto tutto quello che un popolo può soffrire, però è rimasto intatto nel suo orgoglio e nei propri principi cristiani.
In questa terra parlano le pietre le famose "croci armene" che si trovano dappertutto sparse a gruppi, su terreni brulli e solitari disseminati di roccia ossidiana, vicino ai monasteri, in armonia con la natura che spazia dalla foresta montana, alla steppa caucasica. I mistici monasteri di pietra, attorniati da leggiadri voli di rondini, sospesi fra profondi canyon e speroni di roccia basaltica, sono i custodi di una spiritualità che si esprime ancora attraverso l'atteggiamento religioso e contemplativo dei monaci armeni. Un popolo antico dunque, che ha saputo mantenere salda e forte la propria identità nazionale e cristiana che ha saputo sopravvivere ai genocidi e a disastrosi terremoti.
Dopo una notte di pioggia abbiamo il privilegio di poter ammirare il monte Ararat, maestoso con le sue vette imbiancate, ci appare evocandoci noti racconti biblici. Una valle fertile lo circonda, dove si trova il monastero in cui fu imprigionato S. Gregorio l'illuminatore, che convertì l'Armenia al Cristianesimo.
Un'esperienza quella del nostro gruppo veramente straordinaria, ci sono immagini nei nostri occhi e sentimenti nel nostro cuore che non è facile descrivere. Rimarrà però nel nostro cuore, il dolce canto delle ragazze che a Garni ci hanno fatto ascoltare la cortesia delle persone, il sorriso, gli occhi e l'esuberanza dei bimbi.
Ad ammirare tutto ciò e a conoscere meglio questo meraviglioso paese ci ha aiutato con maestria Vahé la nostra guida. L'Armenia dunque "paese delle croci, delle rondini e dei melograni" merita davvero di essere conosciuta.
Graziano e Wilma
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